Le più belle parole di conforto sono le parole di confronto.
Se il confronto è sano, vi è calma, empatia, desiderio di essere di supporto all’altro.
Il confronto, sano, è fatto di domande mai invadenti, dette in modo calmo, mi verrebbe da dire dette in tono morbido.
Il confronto sano è fatto di silenzi, di sguardi, di sorrisi, di una mano che si appoggia sulla mamo dell’altro in modo delicato come a voler dire “io sono qui e rimango accanto a te”. Il confronto sano non è mai giudicante.
Ed è nel confronto sano che l’altro riesce ad aprirsi e nell’aprirsi a svuotarsi e a riemergere dal proprio dolore.
Poi, come in tutte le cose alcune situazioni sfuggono a questa regola e ci sono casi, alcuni casi, dove non si può far altro che usare parole di conforto.